20 maggio 2021
Oggi a Belgrado è stato presentato il nuovo servizio del Ministero degli Affari Esteri “e-Consolato”, destinato ai cittadini stranieri che presentano la domanda di visto e desiderano venire a lavorare in Serbia. In occasione, il Ministro degli Affari Esteri della Repubblica di Serbia Nikola Selakovic ha detto che tale servizio è uno degli indici del valido sviluppo del nostro paese, il quale, come ha sottolineato, sta diventando calamita per delle serie aziende estere, che portano un gran numero di lavoratori dagli altri paesi affinché lavorino in Serbia. “Non voglio essere pretenzioso, ma solamente realistico, questo servizio rappresenta il punto di rottura nel funzionamento del nostro sistema. L’e-Consolato e la digitalizzazione del procedimento del rilascio dei visti di lavoro ai cittadini stranieri che desiderano lavorare in Serbia, è il primo servizio digitale del Ministero degli Affari Esteri, e posso promettervi che è il primo servizio, ma senz’altro non sarà l’ultimo”, ha sottolineato Selakovic. Il Capo della Diplomazia serba ha detto che l’”e-Consolato” rappresenta la modernizzazione di un segmento estremamente importante delle attività delle Rappresentanze diplomatico-consolari della Serbia e che si tratta di fatto di qualcosa che è di importanza fondamentale per successivi processi di modernizzazione del nostro Paese. Il Ministro ha ricordato che all’epoca, quando il Presidente della Repubblica andava a visitare il cantiere del Corridoio di Morava, gli avevano detto che l’esecuzione di alcuni lavori era in ritardo per causa del ritardo nel rilascio dei visti di lavoro all’azienda Bextell. “Lo stesso momento in cui l’avevamo sentito, mentre lo seguivamo, ho allertato gli Uffici del Ministero. Eravamo rimasti sorpresi, visto che sappiamo che il rilascio dei visti in Turchia ha una buona dinamica, ma dopo avevamo accertato che si trattava degli operai di Bangladesh che avevano dovuto chiedere i visti alla nostra Ambasciata in India, in cui però c’è il problema di mancanza del personale”, ha spiegato il Ministro. Come ha detto il Ministro in aggiunta, si tratta di un’attività eccezionale e voluminosa, ogni nostro funzionario doveva ricevere la documentazione cartacea, verificarla, richiedere successivamente il completamento, e solo allora trasmetterla per successive competenze. “Adesso tutto ciò è stato perfezionato in modo fantastico e il funzionario consolare riceve tutta la documentazione in formato elettronico. Prima disponevamo di due filtri per la verifica della documentazione, adesso di fatto ce ne sono tre. E l’operatività è notevolmente più efficace”, ha evidenziato Selakovic. Come ribadito da lui, tale servizio, il quale come annunciato, doveva essere pronto un po’ meno di quattro mesi fa – è disponibile presso 95 Rappresentanze diplomatico- consolari della Serbia, ovvero in tutte le nostre Ambasciate e i Consolati Generali. Il miglior risultato di tale impresa, ha ribadito il Ministro, oltre al vantaggio che comporterà per il futuro funzionamento, è il fatto che essa non è il progetto di un'unica autorità statale, ma l’impresa congiunta del Ministero degli Affari Esteri, dell’Ufficio per le Tecnologie dell’Informazione e l’e-Amministrazione, del Segretariato Generale del Governo, del Ministero dell’Interno, del Ministero del Lavoro, dell’Occupazione e delle Questioni Sociali e dei Veterani, del Servizio Nazionale di Collocamento. “Abbiamo realizzato in tempi record un risultato estremamente buono. E’ l’orgoglio del nostro Ministero, per essere l’orgoglio dell’intero Paese. Sono convinto che nel prossimo periodo renderemo ulteriormente più moderno quello che è il nostro lavoro rendendo la Serbia uno dei pochi paesi che dispongono di tali meccanismi e di tali più moderne modalità di svolgimento delle nostre attività consolari”, ha detto Selakovic. Parlando dello stesso portale “e-Consolato”, il Ministro ha spiegato che esistono delle vignette che riportano Nikola Tesla e il palazzo della vecchia stazione ferroviaria con davanti una gru, che di fatto simboleggia un fatto storico – quando Tesla soggiornava a Belgrado nell’anno in cui era in corso la sua costruzione.
“Oggi è il posto dietro il quale si sviluppa la Belgrado del futuro, e tutto questo che siamo riusciti a realizzare in uno sforzo congiunto è l’indice di qualcosa che è il futuro della Serbia, lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, le IT e la predisposizione delle condizioni affinché in Serbia in futuro vivano sempre più persone e giungano qua per viverci e lavorare” ha concluso il Ministro. Nel periodo dal 1° gennaio 2019 al 17 maggio c.a., la maggior parte di domande di rilascio del visto serbo è stata presentata presso l’Ambasciata di Pechino, ovvero 6.766 richieste, poi a Nuova Delhi – 2.973, a Shangai – 2.115, a Tokio – 1.798, al Cairo – 1.756. In Algeria nello stesso periodo ci sono state 1.270 domande, a Giacarta 1.095 e a Beirut 1.077. Dal punto di vista dei paesi, il visto serbo D, di lavoro, è chiesto per lo più dai cittadini cinesi – 9.516, seguono poi indiani - 1.955 e ucraini – 673. |